lunedì 7 maggio 2012

La voce che grida nel deserto

Grido... grido a tutti polmoni. Eppure nessun suono esce da me.
Mai nella mia vita sono stato capace di far uscire ciò che ho dentro. L'ho sempre trattenuto, incatenato, soffocato...

E non è tutta colpa mia: ogni tanto ci provo a far uscire qualcosa da me, a comunicare... Ma mi sembra di essere solo, in mezzo ad un deserto sconfinato. Nessuno ode le mie parole...
Sento di avere qualcosa di importante da dire, ma solo per me è importante. Così mi ritrovo a masticare in bocca quelle parole, per me così importanti, perché tanto nessuno le vuole sentire.

Restano così, in me, ad alimentare la Bestia... il volto oscuro del Joker...

Eppure deve essere proprio questo dolore: questo sentirsi abbandonati... abbandonarsi, lasciar andare. Recidere ogni legame.

E' patetico e stupido, attendere una risposta dagli altri. Supplicare uno sguardo, cinque minuti di attenzione, come se io avessi bisogno di cibo e fosse alla pietà degli altri darmene un poco. Come se gli altri fossero potenti signori e io fossi il Joker, che deve ballare per farli ridere e avere i resti della cena...

No!

Non elemosinerò nulla da nessuno...

La grande lezione della vita: sapermi nutrire da solo, saper espandere la mia anima, renderla luminosa, senza chiedere luce ad altri.

Solo così potrò amare... perché come potrò amare persone a cui devo "chiedere"? Come potrò amare persone di cui ho "bisogno"? Solo libero e selvaggio potrò amare davvero.

Non si deve cercare di chiedere alla vita, né di strapparle qualcosa. La vita va cavalcata, come un'onda selvaggia. Alla vita bisogna donare e donarsi: lasciarla andare e lasciarsi andare...

Dimenticare ciò che ci fa stare male, il bisogno che abbiamo di non essere soli e seguire il vento che ci trasporta...



Ho sempre amato il deserto. Ci si siede su una duna di sabbia. Non si vede nulla. Non si sente nulla. E tuttavia qualche cosa risplende in silenzio... (Antoine de Saint-Exupéry)

La bestia dentro

Nei giorni scorsi, ho avuto una brutta sensazione.

Qualcosa, un essere, una forza, una coscienza sta crescendo dentro di me: è come qualcosa che preme nel petto dall'interno, urla, lotta per venire fuori, ma ancora non trova la strada. Un Alien, un mostro che ha iniziato a mordere le catene che lo intrappolanavano...

Riuscirò a tenerlo dentro?

Questo mostro viene alimentato, cresce, quando sente che la sua voce non è udita. Al principio era una creatura buona e dolce: desiderosa solo di amore e calore.
Ma quando gli altri lo hanno visto, lo hanno bastonato: quando gli altri lo hanno visto, lo hanno chiamato mostro.

Si comportava contro la morale comune, seguiva regole non conformi alla buona educazione, era un pericolo per la stabilità... e così venne picchiato, venne deriso, venne isolato. Nessuno ascoltava le sue parole, nessuno capiva il suo bisogno di amore...

E così il cucciolo si nascose: se farsi vedere equivaleva a farsi bastonare e rischiare la vita, tanto valeva sparire. Mostrare ciò che gli altri volevano vedere, essere ciò che gli altri volevano che fosse.

Il cucciolo però è sempre là, non è morto: è solo in catene, prigioniero. E come un cane dolcissimo, messo alla catena, affamato e bastonato... il cucciolo è diventato cattivo. E' diventato aggressivo...

Morde le catene, vuole liberarsi: meglio la prigionia in pace, nella società o la solitudine in guerra con il mondo?

La prima l'abbiamo sperimentata...
ora proviamo la seconda!!





Vegetariano

E alla fine ho deciso: non mangerò più carne.
Non è una decisione presa per motivi etici, religiosi... è una scelta che neppure io mi spiego. Semplicemente, la sento. Mi viene da dentro come un urlo, una richiesta non mia, ma che devo seguire...