venerdì 17 agosto 2012

Lo specchio

Mi è capitato, di recente, di sentire una curiosa metafora sulla vita, che fa più o meno così.
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Un uomo di buon senso ha una macchia sul naso. Non se ne rende conto, fino a quando non si mette di fronte allo specchio. Allora si accorge di avere la macchia e si pulisce il naso.

Un uomo privo di buon senso ha una macchia sul naso. Non se ne rende conto, fino a quando non si mette di fronte allo specchio. Allora vede la macchia, ma non si accorge di averla sul naso. Inizia così ad inveire contro lo specchio. "Maledetto specchio! Perché mi fai offesa, macchiandomi il naso!" Ecc ecc. Preso dalla rabbia, rompe lo specchio e ne cerca un altro che sia più simpatico. Ovviamente anche il secondo specchio, impietoso, mostra la macchia e anche il terzo, il quarto e così via.

L'uomo privo di buon senso è furioso: "Tutti gli specchi ce l'hanno con me!" Pensa. "Non ho mica fatto nulla di male agli specchi, affinché mi vogliano tutti così tanto male."

L'uomo privo di buon senso ha finito così per odiare gli specchi: nel mondo ce ne sono ovunque, così l'uomo privo di buon senso finì per odiare il mondo intero.
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La morale della storia è che a volte soffriamo e ci arrabbiamo col mondo circostante, quando invece il problema è dentro di noi.

 Toglierci la macchia dal naso è difficile: molto più che insultare lo specchio e spostare la colpevolezza di quella macchia al di fuori di noi.

Allora mi interrogo: come posso fare affinché il mio specchio mi restituisca una bella immagine? Quali sono i cambiamenti che devo fare in me?

E smetto di arrabbiarmi o dispiacermi per coloro che intorno a me non sono contenti della loro vita: arrabbiarmi o dispiacermi serve a poco, è come arrabbiarsi con lo specchio. Rifiutarsi di vedere e voltarsi dall'altra parte: anche quello serve a poco, è come rompere lo specchio. Al prossimo specchio l'immagine riflessa sarà uguale.

Il mondo, la realtà che ci circonda è lo specchio che mi mostra dove sono le macchie della mia vita. Non bisogna arrabbiarsi o voltarsi, bisogna invece osservare bene e capire e poi agire su sé stessi, sul proprio modo di pensare e di agire.

L'unico modo per non vedere più la macchia, nel mio specchio, è rimuoverla dal mio naso...



giovedì 2 agosto 2012

La libertà è una corda sopra il precipizio

La libertà è un corridoio angusto, una corda sopra il precipizio...

Una minima deviazione e si cade: da un lato, si cade nell'eccessivo controllo, nella routine, nel rigore, che impedisce la libertà imponendo regole troppo rigide e sbarre; dall'altro lato si cade nel sbandamento, nella corruzione, nella perdita della propria identità, nell'essere dominati da impulsi e istinti.

In entrambi i casi si perde la libertà: nel primo si è dominati dall'eccesso di rigore, nel secondo si è dominati dagli eccessi e dal torpore dei sensi.

La libertà è un corridoio angusto tra questi due estremi: non dobbiamo seguire regole sciocche che limitano le nostre possibilità, ma neppure lasciarci travolgere dalla vita troppo sregolata e priva di limiti. Dobbiamo sempre essere vigili, attenti: in ogni momento la nostra libertà viene messa in pericolo. La paura ci spinge dal lato troppo rigido; la seduzione del facile, del boccone ghiotto e pronto da mangiare, ci spinge verso il lato del troppo lassismo.

Essere liberi richiede disciplina, richiede sicurezza in sé stessi e soprattutto amore verso sé stessi: rinunciare alla droga, ad esempio, non è rinunciare alla libertà, è rifiutare di essere dominati da una sostanza o da uno stile di vita. Rinunciare ad una promozione, se questa non ci soddisfa, mantiene la nostra libertà, nei confronti di un mondo che ci spinge a salire di gerarchia.

L'eccesso non è un male: qualche eccesso ogni tanto è stimolo per la mente libera. Tuttavia, serve forza e sicurezza e grande disciplina, poiché siamo noi a "possedere" il vizio e sfruttarlo per il nostro piacere e non che diventi il vizio nostro padrone. Nel momento in cui le mie azioni sono tutte svolte al soddisfacimento di un vizio, ecco, in quel momento non sono più libero, ma schiavo del vizio.

Nel momento in cui una sicurezza (lavoro, compagnia ecc) occupa e dirige tutte le mie azioni, ecco che sono divenuto schiavo delle mie sicurezze, delle mie finte certezze, o meglio, schiavo della paura di perdere tali cose.

La libertà è un corridoio angusto, una corda sopra il precipizio, da cui è facile cadere...