Mi sono ritrovato, in questi giorni, a pensare ad una cosa strana che mi capita di tanto in tanto: ho avuto modo di osservare questo comportamento, in me stesso ovviamente, ma anche in molti che mi circondano.
Spesso "scegliamo" di essere infelici: ci alziamo la mattina e dobbiamo scegliere, tra essere felici ed essere infelici. Tante volte scegliamo la seconda.
E' romantico essere infelici, è coraggioso, è desiderabile perfino. Attribuiamo una sorta di nobiltà, alla tristezza. Basta pensare a tutto il successo che hanno le canzoni tristi di cuori infranti o ai film drammatici. Le storie stappalacrime di amori impossibili... In fondo un po' ci piace...
Se nell'animo siamo vagamente romantici, amiano quella disperazione, quell'abbandono doloroso, quello struggersi nei sentimenti... in genere perché l'oggetto del nostro amore non ci ricambia, perché la persona che desideriamo non ci considera minimamente. E allora ci gettiamo a capofitto in lunghe crociate autolesioniste: smettiamo di sorridere, di uscire, di divertirci, scriviamo lunghissime lettere disperate, passiamo ore a piangere per momenti belli passati e finiti ecc ecc, cosicché tutti sappiano che stiamo soffrendo...
Tutto ciò, per quanto assurdo è... attraente. E' pietoso e miserabile, eppure assume una sorta di rispettabilità. Una persona che soffre per un sentimento così puro come l'amore, è certamente una persona di buon cuore, sensibile, onesta, fedele e in quanto tale merita affetto e rispetto. Almeno ciò è quello che pensiamo quando ci immedesimiamo in questo tipo di persona...
E' attraente ed è facile: molto più facile che voltare pagina e ripartire da ciò che abbiamo di più prezioso. Noi stessi. Già, noi stessi, le nostre idee, il nostro essere: quello che ci eravamo dimenticati, quello che avevamo messo in secondo piano quando pensavamo di essere innamorati. Già, pensavamo di essere innamorati.
Molte volte crediamo di essere innamorati ed esibiamo la nostra sofferenza, quando in realtà soffriamo semplicemente perché non troviamo più noi stessi: abbiamo passato così tanto tempo a immedesimarci nel soggetto del nostro desiderio, che abbiamo dimenticato noi chi siamo davvero.
Ah... il grande errore di chi "finge" di innamorarsi. Diffidate di chi dice cose tipo "Sei tutta la mia vita.", "Senza di te la mia vita non ha più senso." e cavolate di questo tipo. Romanticherie da film o da romanzo, ma che non hanno nulla a che fare con l'amore. E' paura, paura allo stato puro: non vogliamo la persona accanto perché la desideriamo, ma solo perché abbiamo paura di perdere qualcosa, di rimanere da soli... Siamo così incerti della nostra vita, vuoti di sogni nostri, di ambizioni, di speranze, vuoti di personalità, che ci appoggiamo sulle spalle di qualcun altro e, ovviamente, quella persona è importante per noi, perché, se se ne andasse, se ci abbandonasse, crollerebbe il pilastro della nostra esistenza...
Ma è amore questo? O solo un modo per delegare ad altri la responsabilità della nostra felicità?
E' molto comodo "innamorarsi" fintamente di qualcuno e legarlo a noi con questa minaccia.
E' molto comodo dire che la "mia felicità dipende da te": è solo una forma per avere meno paura, meno timore del futuro, meno timore di restare soli... ma non è amore.
Una persona che non ama sé stessa, che non rispetta sé stessa, che non sa cosa vuole dalla vita, che non ha e non insegue sogni, non è in grado di amare. Soffre, certo, soffre per il vuoto che ha dentro e che cercava di riempire scaricando sulla persona "amata" il suo vuoto.
Non possiamo amare, ciò che abbiamo paura di perdere: sì, paura di perdere. Proprio perché a quel punto l'amore si trasforma in paura. L'amore vero non lega, non opprime, non trattiene. Lascia andare. Proprio perché se è amore vero, non c'è nulla di cui aver paura, non c'è distanza o tempo o ostacolo che lo possa spezzare.
Amore è donare senza chiedere: è desiderare il bene dell'altro senza avere qualcosa in cambio.
Viene da sé, se siamo dei deboli e patetici piagnucoloni, se siamo dei seguaci dell'amore romantico-piango-perché-mi-hai-lasciato, se siamo quelli del non-mi-lasciare-sei-tutto-per-me, se siamo quelli che non-faccio-niente-da-solo (o-da-sola), se siamo quelli che devi-fare-così-sennò-vuol-dire-che-non-mi-ami, allora va da sé che non sappiamo neppure cosa voglia dire Amore.
L'amore richiede forza, richiede sicurezza in sé stessi, richiede egoismo, richiede sogni e richiede qualche volta perfino solitudine: se vogliamo Amore, dobbiamo essere disposti ad accettarne il prezzo. Il prezzo di chi rinuncia a tutto per essere libero, perché non c'è Amore senza Libertà. E' difficile, è faticoso.
Quindi, per coloro che vogliono solo piangere e lamentarsi, per quelli che dicono che è troppo difficile e vogliono continuare a disperarsi e guardare film e leggere libri strappalacrime, per coloro che vogliono la via facile per la felicità, a costoro dico: "Lasciate perdere l'Amore, quello vero. Non fa per voi."