E' davvero immenso il mondo...
Luoghi meravigliosi e lontani, animali, popoli, lingue, nazioni, culture, montagne, deserti, foreste, città, mari, laghi: solo a voler citare ogni cosa, questo post si allungherebbe ogni oltre limite.
Troppo, troppo grande per essere contenuto in una mente umana: anche volendo viaggiare tutta la vita, non si riuscirebbe a cogliere neppure una minima parte di tutto lo scibile. Sarebbe come cercare di svuotare un oceano, neppure con un cucchiaio, ma con un contagocce.
E poi, se il mondo non bastasse, basterebbe alzare gli occhi verso il cielo e far perdere il proprio sguardo nelle immensità siderali...
E noi, piccoli e miseri, di fronte a questa immensità colossale. Quanto valgo io, piccolo e misero essere umano, puntino invisibile sulla faccia di un mondo, che è un puntino invisibile di un sistema solare, che è un puntino invisibile in una galassia, che è un puntino invisibile nell'universo?
Cosa sono 100 anni, una lunga vita per un essere umano, di fronte a miliardi e miliardi di anni dell'universo?
Qualcuno mi dice che mi faccio prendere da troppi pensieri. Mi si dice spesso che non dovrei farmi tormentare da certi stupidi ragionamenti. Che dovrei tenere i piedi a terra e la mente sulle cose concrete. Troppo spesso i miei occhi vagano all'orizzonte, al cielo, sempre a voler riempire la mia mente col contagocce, dall'oceano infinito di ciò che mi circonda.
E io... osservo queste persone così terrene, così piantate nella loro realtà: realtà che pare loro immensa, l'unica cosa esistente, tanto che sono del tutto inconsapevoli dell'enormità che li circonda. Esiste solo ciò che si vede e questo da una diversa scala di priorità.
Chi crede che la sua casa sia tutto il proprio mondo, un solo mobile acquisisce un'importanza enorme. Chi crede che una persona sia tutto il suo mondo, darà un valore immenso ad ogni suo gesto e parola.
Non è sbagliato questo, non è una critica la mia, anzi. Invidio queste persone, che hanno chiaro nella loro mente cosa è davvero importante e cosa è superfluo. Io, semplicemente, non ci riesco.
Per me sognare è come il cibo. Non posso farne a meno. Non solo: oltre a non poterne fare a meno, mi piace variare, sognare cose sempre diverse. Si dice che per mangiare bene, bisogna mangiare un po' di tutto. Ecco, io applico ai miei sogni lo stesso principio: per essere soddisfatto, devo sognare un po' di tutto. Per essere felice, voglio provare un po' di tutto...
Ahimé, qualcosa lo dovrò trascurare, perché tutto non si può fare... non si riesce.
Eppure, penso anche che questo sia un bene: perché se vivessimo all'infinito, senza limiti da superare, senza scelte da fare, allora nulla avrebbe più valore. Proprio il fatto di dover scegliere, di dover combattere, di dover rinunciare a volte... da valore a ciò che facciamo.
Sognare, sentire, amare me stesso, essere ciò che sono, da valore a ciò che sono.
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