martedì 16 luglio 2013

Mosca cieca e la sorgente della vita

Al buio mi muovo tentoni: i miei occhi sono bendati, così devo seguire gli altri sensi.
  
Seguo il cadere dell'acqua gorgogliante, il respiro, le risate soffocate, il rumore dei passi sull'erba... Mi stuzzica, passandomi vicino, rimanendo immobile e muta a pochi passi da me; ma poi un rumore sfugge e allora protendo le mani in quella direzione per afferrarla. Lei sfugge, soffoca le risate.
  
Qualche volta la afferro, la prendo per i fianchi, ma non con forza, voglio che possa fuggire: voglio sentire i suoi tentativi di divincolarsi, che diventano sempre meno convinti. Arriva il momento in cui non la lascio più andare: lei lotta, ridendo e finiamo a terra.
  
La immobilizzo... e rimaniamo così, ansimanti, per alcuni secondi... L'odore dell'erba, il sole caldo, la pelle invitante.
  
E' la vita e con la vita bisogna giocare, la vita bisogna amarla, poiché ti conceda la sua sorgente. E io che ho giocato con la vita, l'ho abbracciata e lasciata andare, inseguita e trattenuta, amata e intrappolata... su di lei mi chino e mi abbevero, mi abbevero alla sua sorgente.
  
A volte è capricciosa, si fa desiderare... mi lascia con la sete ardente a brancolare nel buio. Mentre la cerco, con le braccia distese e le orecchie attente, per coglierne il rumore... lei sta distante, in silenzio, non si fa trovare. E allora... allora è meglio smettere di brancolare.
  
Devo rimanere immobile, attendere, con pazienza: perché se la vita non ha voglia di giocare, non la posso inseguire, né intrappolare. Diventerebbe una violenza e io voglio amare la vita ed esserne riamato: non voglio violentarla, né possederla, voglio solo giocare con lei.
  
E lo so, lo sento, presto la vita avrà voglia di giocare ancora, di farsi inseguire e intrappolare, di stuzzicarmi con i suoi giochi e i suoi scherzi.
  
E allora, allungherò le braccia, la afferrerò e poi la lascierò andare, la catturerò e rotoleremo nell'erba, per poi lasciarla andare ancora.
 
E come la sorgente per un viandante, che non può essere afferrata ma solo goduta, mi abbeverò di lei, prima di riprendere il mio cammino sul grande sentiero...
 
  
 

3 commenti:

  1. :-)mmmmhhhh c'è molto erotismo in questo post,quale altro modo migliore se non questo di intendere la vita.
    Ciao Carola

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  2. Mi piace affrontare la vita e domarla quando si ribella e cavalcare la sua furia quando ne ho le forze!!Nell'orgasmo vitale quale più eccitante emozione se non l'inaspettato e sorprendente momento in cui si viene afferrati e rapiti da una forza irrefrenabile che accende il rogo dei tuoi fianchi e ti lascia tremante a gemere e respirare affannosamente finché non succede un' altra volta!!
    Balliamo sotto la pioggia e ascoltiamo il cuore che batte all'impazzata in questa danza che si interrompe solo quando lo decide lei!!:-)

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  3. Oh come si balla!! Bruciano i piedi in questo periodo!!
    Le tue sono sacrosante verità comunque, dalla vita bisogna farsi prendere, trasportare e anche assorbire. Non bisogna ostacolarne il corso o cercare di estraniarsene, il bello è giocare e mettersi in gioco.
    Un abbraccio forte Joker.

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