Tanto tempo fa, il villaggio di Beillaz si trovò ad affrontare una terribile carestia, dovuta all'abbassamento improvviso delle temperature. Anno dopo anno, i raccolti si impoverivano e le provviste accumulate si assottigliavano.
Come se non bastasse, un Dragòn si era risvegliato nelle profondità delle cave, scavate dai saraceni alla ricerca dell'oro, di passaggio in quelle valli più di 1000 anni prima. La notte, complice il gelo, il buio e la scarsità di prede, imperversava sul villaggio. Bisognava chiudersi in casa, assieme al bestiame: qualunque animale o persona si avventurasse fuori dopo la mezzanotte, non aveva alcuno scampo.
Tranne il piccolo Luis. Raccontano che una notte lo videro tornare, graffiato, sanguinante, stravolto... ma vivo! Era rimasto fuori, imprudentemente e il Dragòn lo aveva attaccato: ma il bambino era miracolosamente scampato alla bestia, rifugiandosi in una tana di coniglio, particolarmente profonda e incavata tra solide rocce.
Al sollievo di tutto il villaggio, seguì però la sorpresa: il piccolo Luis infatti raccontò una cosa straordinaria. Aveva visto il Dragòn molto da vicino: dalla gola, lungo il collo e su tutta l'enorme pancia, il mostro era lettarlmente ricoperto di lamine d'oro e pietre prezione. Un tesoro di un valore inestimabile! I saraceni avevano davvero trovato l'oro! Non avevano potuto prenderlo a causa del Dragòn.
La situazione al villaggio era tragica: la carestia mordeva, quel tesoro favoloso rappresentava la salvezza! Come prenderlo però? Bisognava uccidere il Dragòn, ma come? Alcuni uomini si proposero di affrontarlo, con falci e forconi o chiedendo al fabbro di fabbricare delle lance: ma l'idea fu subito scartata. Chiunque avesse provato ad avvinarsi al mostro era stato fatto a pezzi in pochi istanti.
Fu un anziano a suggerire la risposta. Nella sua stalla era nato un piccolo torello.
- "Lo nutriremo! Lo faremo diventare enorme e fortissimo! Quando sarà il momento, affronterà il Dragòn!"
- "Ma ci vorrà tantissimo tempo!" Obiettarono alcuni.
L'idea era un po' balzana, ma nessuno seppe proporre nulla di meglio... Così, tutti gli abitanti contribuirono a nutrire il torello neonato. Fu nutrito nonostante la carestia, reso aggressivo con angherie e cattiverie: addestrato con un fantoccio a forma di Dragòn premiato con leccornie quando lo faceva a pezzi, punito se non lo attaccava.
E il Toro crebbe: divenne enorme... passarono però 4 lunghi anni. Fu considerato solo allora pronto ad affrontare il Dragòn; anche perché ormai era divenuto così grosso e aggressivo, che gli abitanti lo temevano ormai come lo stesso mostro che avrebbe dovuto combattere.
Infine, una notte invernale di luna piena, si decise che era venuto il momento. Il fabbro aveva fabbricato, per l'occasione, un lungo corno d'acciaio, che venne fissato con una staffa sulla fronte del Toro: così, oltre alle sue enormi corna, avrebbe avuto anche quell'arma. Venne quindi sciolto dai legacci e lasciato libero per le vie del paese...
Che cosa non udirono gli abitanti di Orbeillaz quella notte!! Ruggiti, muggiti, una lotta furiosa che fece tremare l'intero villaggio. Tutta la notte andò avanti la battaglia... fino a quando non sorse il pallido sole invernale.
Scese il silenzio, ma ci volle comunque un bel po', prima che gli abitanti avessero il coraggio di uscire allo scoperto. Sconcertati, osservarono il villaggio messo sottosopra dalla furente lotta... ma un grido di esultanza si sollevò, quando in una radura poco lontano dalle case, videro la carcassa del Dragòn, abbattuto, morto!
Tutti accorsero a festeggiare: chi ballava, chi prendeva a calci l'enorme corpo del mostro, chi pensava già a scuoiarlo e a recuperare oro e preziosi. Il villaggio era salvo! E ricco!
Ad un certo punto, qualcuno tornò in sé ed esclamò:
- "Ma... e il Toro?"
Tutti si bloccarono di colpo. Già, non vi era traccia del Toro, come era possibile? Alcuni si guardarono attorno preoccupati: era un animale pericoloso!
- "Non abbiate paura." Disse infine chi si occupava dello scuoiamento del Dragòn. "Ecco il nostro Toro..."
Tutti si avvicinarono sorpresi: all'interno della pancia sventrata del mostro, si potevano vedere i poveri resti del Toro... Esso aveva perso la battaglia! Il Dragòn lo aveva sconfitto... ma, per grande fortuna del villaggio, dopo averlo ucciso aveva pensato bene di mangiarlo. E così facendo, aveva ingoiato anche il lungo corno d'acciaio, di cui il Toro era stato dotato. E così il Dragòn si era squarciato la gola... morendo dissanguato.
Grazie all'oro del corpo del Dragòn, il villaggio di Beillaz prosperò: furono riaperte le cave degli antichi saraceni e nuovi giacimenti vi furono trovati. Il villaggio era posato su un'immensa miniera piena di ricchezze! E fu così che cambiò nome: da Beillaz, che in lingua antica significa "costruzione", venne ribattezzato "Orbeillaz" ovvero, "costruita sull'oro".
Non so disegnare e l'unica immagine riconducibile alla storia che ho trovato è questa. Qualcuno sarebbe capace a fare un disegno, che bene si adatti a questo racconto del mio villaggio? |
Wow che bellissima storia e che ricchezza hai dentro di te mio caro ragazzo!
RispondiEliminaCon il disegno non ti posso aiutare, ma potresti scrivere un libro di "fiabe"da leggere ai tuoi figli con tutto questo ricco patrimonio!
Un abbraccio
Sì, amo quel cartone :D
RispondiEliminaComunque non intendevo in quel senso. E' logico che se prendo anche io un mio diario di anni fa non mi riscontro. Ma quella è un'altra cosa.
Io parlavo per lo più di natura..della serie se nasci tondo non muori quadrato!
Te capì? :P