Il momento è ora.
Ogni tanto sarà capitato a tutti di pensare o dire queste parole.
Ogni momento della giornata ha le sue scelte da fare, e ogni scelta che dobbiamo prendere ha il suo momento.
Maturazione... questa è la parola che mi risuona in testa. Amo le metafore contadine, lo sapete. La terra ci regala verità straordinarie.
Noi siamo frutti, dentro di noi abbiamo frutti, dentro di noi abbiamo interi giardini. E ogni frutto, che è dentro di noi, è una scelta, una situazione, un ragionamento, di cui noi abbiamo piantato il seme. E se quel seme lo coltiviamo, lo curiamo, lo accudiamo... non servirà niente altro, quel frutto maturerà dentro di noi e noi lo coglieremo.
Troppe volte ci facciamo violenza, o subiamo la violenza di altre persone o del mondo: magari pretendiamo da noi che quei frutti siano già pronti, quando invece magari non lo sono. E noi stessi a volte lo facciamo con altre persone, pretendendo che sappiano compiere delle decisioni o fare delle scelte per cui non sono pronti.
E allora cerchiamo di estirpare, da noi stessi o dagli altri, un frutto, quando ancora la sua preparazione non è completa. Invece di attendere con pazienza il momento giusto, o aspettare con pazienza che la persona da cui vogliamo quel frutto sia pronta... strappiamo con la violenza quel frutto così com'è. E non saremo soddisfatti del risultato, perché quel frutto è acerbo, amaro, inmangiabile... e lo avremo rovinato per sempre, perché una volta strappato, non riusciremo più a rimetterlo al suo posto, perché prosegua la sua maturazione.
Troppe volte ho subito questo tentativo... Persone o situazioni che pretendevano: volevano che io fossi qualcosa che non sono, che dessi frutti che dentro di me non erano ancora maturi. E quanto è difficile dire: "No!". Quanto è difficile capire che quel frutto non è ancora pronto, che viene donato con violenza, anziché con pazienza?
Lo sentiamo dentro di noi... sentiamo una lacerazione, un dolore. E allora dobbiamo difendere i nostri frutti, coltivare quelli che desideriamo e raccoglierli solo quando sono maturi. Lo sentiamo dentro di noi, quando viene il momento di farlo.
Il momento è ora.
E solo quello è il momento giusto.
Devi dimagrire, sei grassa! Le donne se lo dicono spesso... ma invece di coltivare con pazienza dentro di loro il frutto della salute, cercano di strapparselo di dosso con la violenza. La salute peggiora e non vi sono risultati.
Devi studiare, sei stupido! Abbiamo le nostre scuole piene di bambini e ragazzi svogliati: solo perché invece di coltivare la loro curiosità e lasciare che spontaneamente ricerchino la conoscenza che più gli piace, li obblighiamo, li costringiamo, violentiamo le loro menti fertili per fargli dare i frutti che vogliamo noi... Creando così generazioni di gente depressa e svogliata, che non ha curiosità e amore per la vita.
Devi, devi, devi... Dammi, dammi, dammi...
E non facciamo altro che raccogliere frutta acerba e cattiva, che ci fa pretendere ancora di più...
La pazienza: la capacità di coltivare con amore e lasciare che ogni cosa maturi al momento in cui deve maturare. Per fare un bambino, bisogna paziantare nove mesi: se cercherò, per la fretta, di volerlo prima, lo ucciderò...
Lasciamo che ogni cosa maturi e cogliamola.
L'altro taglio della lama, infatti, consiste nell'aver poi paura o pigrizia di cogliere quel frutto ormai maturo, col rischio che marcisca e sia dunque da buttare.
Lo facciamo spesso: magari risparmiamo per comprare qualcosa che ci sta a cuore e poi non la compriamo, perché ci sembra stupida o qualcuno ci convince che lo sia... Oppure rinunciamo ad un corso, o ad un viaggio, che sentiamo di dover fare... Non cogliamo una trasformazione che sentiamo avvenire dentro di noi.
Ecco l'Ignavia, di cui ho già parlato in questo blog... Mi fa paura. Una paura dannata. Perché l'ignavia porta a non raccogliere i frutti, porta a marcire... Quanta gente marcisce nella propria vita?
Invece, come buoni contadini, dobbiamo compiere tutti questi passi.
Con amore e disciplina, seminare i frutti che desideriamo raccogliere.
Con cura e dedizione, prenderci cura di quei frutti, senza volerli vedere subito maturare, ma lasciando che essi stessi compiano il loro percorso di maturazione.
Raccoglierli al momento giusto, così che siano buoni e ci nutrano nell'anima.
Purtroppo, se uno solo di questi passi viene a mancare, non raccoglieremo nulla... e la nostra vita sarà sterile.
Se invece ci riusciremo, allora la nostra vita sarà piena di frutti e la nostra anima sarà appagata.
Condivido :-),sono cose che ho vissuto e in parte continuo a vivere,cose che non riesco a far comprendere a chi mi sta vicino.
RispondiEliminaVorrebero che io sia,che io dia, e il mio rispetto alla maturazione altrui è sempre presa per disinteresse molto poco per rispetto.
Come è vero che ho lasciato passare il tempo per qualcosa che avrei voluto,prima nell'attesa che l'altro maturasse,ma quando l'altro è maturato ha scelto un altra via,poi mi sono costruita una gabbia con le mie mani e ho atteso il tempo migliore ma qual tempo migliore non è ancora arrivato, e oggi vedo un sogno che potrebbe sfumare, lungi da me essere una persona che smettere di avere fede fino a prova contraria, nonostante il groppo in gola di oggi, ho ricaricato l'energie,e credo che via sia ancora tempo per lasciare maturare quel frutto,un frutto che non maturerà mai se prima non maturerà di esso anche solo l'idea dentro di me,perchè in conclusione alla fine quel sogno in realtà lo temevo e lo rispingevo dentro di me.
Perché?
RispondiEliminaDi dove sei?
Ad ogni modo no, non lo chiuderei mai! L'ho già fatto in passato e poi mi sentivo senza qualcosa!
Comunque lo rendo solo privato: cioè che lo vede solo chi me lo chiede (e ovviamente a mia discrezione); per quello ho scritto di farmelo sapere.