sabato 22 dicembre 2012

Scalare la montagna

Quello che vi racconto oggi, è una cosa davvero accadutami qualche anno fa, per l'esattezza il 9 luglio del 2006...

Non stavo bene in quel periodo, fisicamente e emotivamente... non ero felice.
Ero malato, prendevo medicine... tante medicine... ed ero stanco, tanto stanco di vivere e di soffrire...

Una mattina mi svegliai... erano le 5 di mattina. Il dolore era in tutto il corpo... insopportabile... mi tormentava da settimane...
Mi alzai barcollando a prendere le medicine che mi avevano dato, per calmarlo; aprii la confezione e rimasi là, con la pastiglia in mano.

"Non si può vivere così..." pensai.

Avrei voluto gridare tutta la mia rabbia contro Dio! Un Dio che mi puniva senza motivo! Un Dio che non mi considerava, che se ne infischiava di me! E... diamine, decisi di farlo davvero! Pensai alla grande croce di pietra che qualcuno aveva messo in cima alla montagna...

Prima che me ne rendessi conto, le medicine erano nella spazzatura e io ero sul sentiero. In principio provai a correre, ma la salita era dura e fui costretto a camminare. Il dolore mi faceva impazzire, l'aria fredda e pungente mi feriva la gola e i polmoni... le gambe tremavano nello sforzo.

"Adesso mollo." Mi dicevo. "Faccio ancora 100 metri e torno indietro."

Ma poi, fatti quei cento metri, mi dicevo "Arrivo fino a quel sasso, fino a quell'albero..."

La luce aumentava... qualche uccellino si fece sentire tra gli alberi. Il sentiero si apriva sulla valle, di tanto in tanto e io osservavo le case e i villaggi farsi sempre più piccoli, mentre continuavo a ripeterrmi "Ancora un passo e mi fermo, ancora un passo..."

E così continuai a salire... Bruciavo di febbre, la saliva si era fatta spessa e non riuscivo più a deglutire, il cuore mi martellava nelle orecchie, nella gola, nella schiena, ovunque... Ma io non ascoltai.

Avanti e avanti... un passo alla volta. Passai l'ennesima curva, superai l'ennesima salita ripida... Non so quando accadde, ma ad un certo punto, seppi con assoluta certezza che non sarei tornato indietro. Sarei arrivato in cima. Smisi di ripetere il mantra "torno indietro, torno indietro"...

Sentivo qualcosa di diverso in me, sentivo una forza nuova e sconosciuta che spingeva le mie gambe. La stanchezza era svanita e io mi sentivo leggero. E corsi... corsi dimentico di tutta la strada che avevo fatto fino a quel momento.

Arrivai sulla cresta della montagna, ormai la cima era alla portata dei miei occhi... e proprio in quel momento, il sole fece capolino tra le montagne e mi illuminò! Un branco di cervi fuggì, sentendomi arrivare e io mi sentivo forte, veloce come loro, mentre le gambe mi spingevano verso l'alto. Gli ultimi cento metri li feci quasi volando!

Mi fermai ansante ai piedi della grande croce. Un cielo enorme, azzurro, si stagliava su di me, illuminato da uno splendido sole. I paesi, le valli, la mia vita, i miei problemi, erano piccole cose lontane sul fondo: ero in cima al mondo!

Avevo percorso 12 chilometri, con 1000 metri di dislivello... erano passate due ore, dal mio terribile risveglio. E mi avevano detto di evitare gli sforzi...

Mi resi conto solo allora di sentirmi bene, come non mi ero mai sentito prima: di non provare più dolore, né disperazione, né paura. Allargai le braccia, inspirando a pieni polmoni e urlai, non più di rabbia, ma di gioia! E il mio grido riempì il cielo e rimbombò tra le valli!

Guardai la grande croce e chiesi a Dio
"Perché tutta questa fatica? Non potevi farmi stare bene e basta?"

La risposta mi venne in mente da sola.
"No, non potevo. Se tu fossi stato bene non avresti mai voluto urlare contro di Me, non avresti attraversato sentieri, boschi, dirupi per venirMi a cercare. Non avresti mai visto il mondo addormentato, la foresta, il sole all'alba che ti illumina, non avresti mai visto i cervi. Invece, affrontando il tuo dolore, hai scoperto la tua forza, la tua volontà, hai superato tutti i tuoi limiti pur di sfidarMi. Hai lasciato i tuoi dolori in fondo alla valle e hai scalato la Montagna!"




2 commenti:

  1. Ci vuole molto coraggio e forza d'animo. :-)
    Un abbraccio

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  2. grido a Dio (chiunque egli sia, perchè pur non professando una religione certa mi piace pensare che qualcosa di più grande di me ci sia) ogni giorno ma sono troppo stanco di pensare alla (o aspettare la) risposta.
    Il segreto però credo sia nel continuare a urlare e non arrendersi al silenzio, perchè per quanto sia ipocrita da parte mia il fatto che ci sia qualcuno che sta peggio non mi farà mai dimenticare che spesso merito di meglio di quello che ho.
    In fondo siamo tutti a urlare contro qualcuno a cui attribuiamo più potere del nostro, e solo quando le cose migliorano ci accorgiamo che il potere era dentro di noi (che fa molto zen me ne rendo conto ma se scrivo solo: "alle volte basta accorgersi che al culo diamo tutto sto peso solo noi" la gente pensa che sono privo di sentimenti)

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