martedì 29 novembre 2011

Il nostro giardino

Oggi mi guardo allo specchio e... non mi piace quello che vedo.
 
Lo specchio non riflette solo il nostro aspetto, riflette la nostra anima, riflette il nostro umore.
E mi ritrovo a osservare, osservo la mia vita ed essa, improvvisamente, mi appare come un giardino mal curato.
 
Già, un giardino, perché la nostra vita è questo. Un giardino, da curare ogni giorno, da accudire...
 
I bei fiori, le piante rigogliose, gli alberi, sono le cose belle della nostra vita: le erbacce, i rovi, le piante infestanti, sono le cose brutte della nostra vita. 
E noi siamo i contadini, incaricati di prenderci cura di questo splendido giardino.
Immagino questo contadino: è sereno, in pace... Osserva il giardino senza giudizi, ma attento al lavoro che deve svolgere.
 
Odio, invidia, rabbia, paura... queste sono le erbacce che invadono il nostro giardino. Esse crescono e proliferano nell'incuria: se non vengono estirpate, si moltiplicano, si diffondono e rovinano e oscurano anche le piante belle, fanno morire e avvizzire i nostri fiori.


Allora il contadino, con fatica, con pazienza, estirpa una ad una tutte le erbacce. Non impreca contro Dio e contro la vita, non si arrabbia, né si sente vittima delle ingiustizie. Semplicemente si mette all'opera, perché né rabbia, né odio, né paura, fanno crescere nulla. Non si coltiva, né si raccoglie nulla, con i cattivi sentimenti.
 
Il contadino estirpa le erbacce e si prende cura di ogni pianta, con amore. Perché l'Amore fa crescere le cose belle, le rende uniche e meravigliose; dall'amore nascono e prosperano tutte le cose belle...
 
Certo costa fatica l'amore, costa impegno e pazienza. Esso deve essere applicato con costanza, ogni giorno, per rendere più bello il nostro giardino e eliminare le erbacce che vi si annidano. Quanto è più facile, sedersi a piangere, lamentarsi, lasciarsi invadere dalle erbacce. Poiché è questa la grande forza del male... basta ignorarlo, perché metta radici e distrugga il nostro giardino.
 
Il buon contadino è attento: egli conosce ed ama ogni fiore del suo giardino. Ogni giorno se ne prende cura, perché sa che solo così potrà godere della sua bellezza. E se un giorno la tempesta devasta i fiori e spezza le piante, egli certo piange, ma non potrà mai odiare il suo giardino: con pazienza ripianterà i fiori, taglierà i rami spezzati, ricostruirà il suo giardino un pezzo alla volta.
 
E allora penso che anche io voglio essere come quel contadino: voglio amare e curare la mia vita, ogni singola pianta e fiore che cresce in me. E quando sentirò cattivi sentimenti in me, paura, rabbia, disperazione, voglio saperli estirpare, proprio come le erbacce in un giardino. Perché i cattivi sentimenti sono facili, ma non ne nasce nulla, non portano a nulla, il nostro giardino ne è solo rovinato.
 
Chi venisse a visitarlo, ne ricaverebbe solo tristezza... come potremmo insegnare e trasmettere l'amore in un giardino incolto e pieno di erbacce? Chiunque lo vedesse, si rattristerebbe: si convincerebbe che la vita è orrenda e non vale la pena di amare...
I buoni sentimenti invece, sono difficili, ma se li sappiamo coltivare con cura e amore, essi daranno buoni frutti e sarà la nostra vita intera a fiorire.

E allora, in quel giardino pieno di fiori, profumi, colori, potremo accogliere altre persone: essi vedranno come l'amore può rendere bella una vita e impareranno essi stessi a coltivarlo. Porteremo i cuori doloranti sui nostri sentieri alberati, ed essi ne trarranno sollievo; con candidi petali, rimuoveremo le lacrime di dolore dai loro occhi, cosicché essi possano vedere il posto meraviglioso in cui si trovano. E quando partiranno, avranno corone di fiori, buoni semi da piantare e soprattutto amore, da condividere e far fiorire. Finché tutto il mondo diventerà uno splendido giardino fiorito...


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