giovedì 21 novembre 2013

Le leggi di Dio

Giusto, sbagliato.
Bene e male.
   
Sentiamo spesso dire che questi concetti sono soggettivi: ognuno ha il proprio concetto, su ciò che è giusto, su ciò che è sbagliato, bene, male... e in tutto ciò, un dubbio mi assale.
   
Esistono leggi che sono al di sopra degli uomini? Al di sopra delle opinioni? Leggi che sono valide sempre? Sono quelle che io chiamo le leggi di Dio.
   
Sofocle racconta la storia di Antigone, la quale seppellì il corpo del fratello Polinice, contro il volere del nuovo re di Tebe, Creonte. Antigone disubbidì alla legge del Re, andando incontro alla sua punizione, perché la legge del Re andava contro quella che era la legge degli Dei, a lui superiore, superiore a quella di qualunque uomo, che imponeva la sepoltura per i defunti.
 
Esistono queste "leggi di Dio"? Esistono "regole" che non possono essere discusse? I credenti di ogni religione ci hanno provato: non uccidere, non rubare... Nemmeno per difesa? Nemmeno per non morire di fame? Sui 10 comandamenti c'è una bellissima canzone di De André: "Il testamento di Tito", che invito tutti ad ascoltare. E' veramente stupenda.
  
Quindi la religione non ci può aiutare... a cercare queste famose leggi. Ognuno ha le proprie... E quindi la domanda resta: esistono le "Leggi di Dio"? Esistono bene e male? Al di là di presunti premi e punizioni nell'aldilà, che cos'è che ci fa dire "Non è giusto!"
  
Qualcuno già mi dirà che "mi faccio troppe pippe"... A molte persone da fastidio che qualcuno si interroghi su ciò che è giusto e ciò che è sbagliato: molte persone hanno paura di scoprire di aver creduto in una cazzata, magari per anni, magari hanno sprecato la loro vita intera dietro ad un credo che poi si rivela essere una menzogna. E non parlo solo delle religioni classiche, ma anche di quelle nuove, tipo energie cosmiche, rettiliani, raeliani, speudo guru della domenica, sanyas, schiavi della teconologia, del consumismo, del sesso...

Ci penso e più mi convinco che ognuno di noi è schiavo della sua propria menzogna, che si è costruito intorno, per quieto vivere. Anche l'amore quello dei libri, il consacrarsi completamente a qualcuno... è una religione, una menzogna di cui siamo schiavi, che ci siamo costruiti pur di dare un senso alla nostra vita.
  
Al termine di questi pensieri senza uscita, una legge di Dio, penso di averla trovate. Legge che è giusto seguire. Attenzione, non una legge che "dobbiamo" seguire per forza, sennò saremo puniti e bruceremo all'inferno. Che la seguiamo o meno, creperemo ugualmente entro la fine del secolo (probabilmente) e quello che sarà dopo, nessuno lo sa...

La mia libertà finisce dove comincia la libertà del prossimo
  
Ognuno di noi, ha il diritto di fare di sé stesso più o meno ciò che vuole. Senza limiti. Mi voglio drogare, mi drogo. Mi voglio suicidare, mi suicido. Voglio smettere di lavorare e vivere sotto un ponte? Cavolo, se è quello che voglio davvero, lo faccio!  Autodeterminazione. Una legge sacrosanta. E siccome è sacrosanta la mia autoderminazione, va da sé che chiunque cerchi con ogni mezzo di costringermi a non autodeterminarmi, viola la legge di Dio.
   
"Ah, ma se tu ti autodermini, io ci rimango male e quindi tu violi la mia libertà!" Ecco, questa cazzata l'ho sentita anche troppe volte. Eh no bello. Sarebbe come dire, "La tua faccia mi fa vomitare, quindi violi la mia libertà, perché se ti guardo sto male."
  
Ciò che proviamo dentro di noi, è nostro territorio: non possiamo incolpare nessuno, che applicando la propria autodeterminazione, ci faccia stare male. Se la persona di cui sono innamorato mi lascia (prendo l'esempio più comune) applica la sua libertà, non viola la mia. Certo, è sua sensibilità capire che ogni decisione ha conseguenze sul mondo che ci circonda... ma non posso ritenerlo responsabile per la sofferenza che io provo.
  
Se un missionario mi prende a frustate per convertirmi alla sua fede (è successo), nella sua mente magari è convinto di farmi del bene, ma viola la mia libertà. Entra nel mio territorio. Attenzione a criticare, lo facciamo ogni giorno, spingendo qualcuno a fare qualcosa che non vuole, sotto frustate "morali", col senso di colpa.
"Ecco! Dici di volermi bene, ma comportandoti così mi fai stare male!" ecc ecc. Il ricatto morale...
    
Posso far notare, anche con rabbia, un comportamento che mi da fastidio: ma non posso sentirmi in potere di impedire quel comportamento, sta nella libertà della persona e finché non invade la mia, non posso impormi.
   
Attenzione a questo dettaglio, finché non invade la mia.
   
Quando Antigone decide di seppellire il corpo del fratello, non sta violando la libertà di nessuno: per questo fa riferimento alla legge di Dio. Creonte ha emesso un decreto che viola invece la libertà di dare giusta sepoltura ad un proprio defunto (qui consideriamo che il defunto, non potendo più dire la propria, sia di fatto tutelato dalla sorella).
  
Non vi ricorda qualcosa? Tempo fa in Italia, un padre non aveva il diritto di seppellire la figlia, perché la legge glielo impediva. Lei si chiamava Eluana, era morta da 18 anni, ma il suo corpo veniva mantenuto in vita artificialmente... Un Antigone al femminile, il papà di Eluana, non credete?
  
Chiedere è lecito, rispondere è cortesia. Dice il proverbio. Non dobbiamo avere paura di chiedere ciò che vogliamo: ma allo stesso modo, dobbiamo accettare la risposta che ci viene data.

Il diritto di opporci ce l'abbiamo nel momento in cui qualcosa ci impedisce di scegliere per noi stessi. Per noi possiamo scegliere, per gli altri no. Ognuno deve poter scegliere per sé stesso e basta!
  
Applicare questa legge è veramente difficile... Lottare per difendere la propria libertà? Sì. Senza far soffrire nessuno? Difficile. Avendo l'approvazione di tutti? Impossibile. Accettare le scelte degli altri, per sé stessi? Difficile, se questa persona significa molto per noi e la sua scelta ci allontana. Essere coraggiosi e accettare che qualcuno possa soffrire, qualcun altro possa deluderci, qualcuno possa fare una scelta diversa da quella che noi vorremmo, qualcuno prima o poi cercherà di invadere la nostra libertà, che dovremo combattere per difenderla e che saremo odiati per questo? Difficilissimo...
 

7 commenti:

  1. Post interessante. .come sciorinare un argomento così insidioso e su cui si lotta da sempre e si lotterà po'per sempre se non passando in rassegna tutti gli aspetti di una questione troppo delicata!
    Mi gira un po'la testa ma il tuo finale è quello che avevo in tests fin dall'inizio della lettura e lo condivido in pieno!
    Il fatto è che la vita è lunga, diversa, nuova ogni santo giorno e niente può essere dato una volta per tutte specie quando si tratta di esseri pensanti e poliformi come noi esseri umani!
    In un concetto: sentiamoci liberi dentro e solo allora forse si riescono a tollerare quelli che chiamiamo soprusi, violenze, invasioni ammettendo che anche gli altri possano sentirsi come noi!
    Oddio spero di essere riuscita a farvi capire qualcosa senza perderci la testa!!:-D
    Scusate...:-P

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    1. Siccome hai postato due volte il commento, uno dei due l'ho eliminato.

      Non capisco "sentiamoci liberi dentro e solo allora forse si riescono a tollerare quelli che chiamiamo soprusi, violenze, invasioni ammettendo che anche gli altri possano sentirsi come noi!"

      Uno più si sente libero dentro, meno sopporta i "soprusi, violenze, invasioni". Che fidati ci sono, ma spesso li sopportiamo per quieto vivere.

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  2. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  3. Ops scusa sto scrivendo dal cell e ho fatto casino!
    E'un concetto complicato da spiegare..praticamente se io mi sento libero di potermi vivere le cose che mi piacciono, mi fan sentire in pace con me stesso senza sentirmi ricattato da nessuno, allora anche se mi capita di rimanere scottato, deluso, ferito è un rischio che voglio correre io e non violo la libertà di nessuno se anche ques'ultimo si sente di farlo!
    Bo spero di essermi spiegata. .ne posso soffrire, ma sto in pace dentro di me perché ho fatto qualcosa che per me è importante!
    La vera schiavitù è quando rinuncio a fare qualcosa per me perché l'altro potrebbe soffrirne!
    Spero di essere stata chiara...

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  4. Sulla libertà potrei scrivere fiumi di parole e poco o non nulla ne capirebbero molti.
    Poni questioni giuste ed io regetto da anni la favoletta che recita "la mia libertà inizia dove finisce la tua" ma di fatto così è perchè credo fermamente che pochissime persone abbiano davvero inteso cosa sia libertà.La prima vera fase della libertà nasce dentro di noi,Senza dogmi,precetti,leggi, educazioni assurde,credenze...se non hai più tutto questo dentro di te rispettare la libertà "d' essere" altrui non ti sarà difficile, ma fin tanto che qualcosa cozza con il nostro ego si annulla la possibilità di libertà.
    Un processo non facile da mettere in atto.
    A volte mi sento rimproverare quando dico "va bene", secondo la logica dovrei oppormi,mettere i puntini sulle i, sbraitare... perchè quel mio va bene per buona parte delle persone equivale a "di te non mi importa" ancora non hanno compreso che il mio è rispetto...qualunque scelta una persona possa fare che a me dispiaccia o meno è solo affar mio e tutt'al più del mio ego e dei miei nodi irrisolti.Ma la gente è talmente abituata al non-rispetto delle proprie scelte senza ricatti,sensi di colpa che quel va bene lo considerano disinteresse se non freddezza.
    Un abbraccio,mi fermo perchè se no scrivo un trattato.

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    1. Forse le persone sono abituate male fin da piccole: ci insegnano che facendo i capricci e battendo i piedi, possiamo ottenere ciò che vogliamo, pur di farci tacere. E divenuti adulti, continuiamo a credere che sia così.

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  5. Oddio nessun adulto di senno insegna ad un bambino che facendo i capricci si ottiene ciò che si vuole..ma sti cazzi Joker..non demolire quello che mi spompa ogni giorno please!!:))

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