lunedì 4 novembre 2013

Alla ricerca del tesoro nascosto - XIII - Il Drago

Finirono così i miei giorni nel villaggio delle Fate.
Ora una nuova sfida mi attendeva: la torre, la principessa, il drago...
    
Sentivo questo nuovo calore dentro di me, lo spirito di fuoco, ma non avevo bene idea di come usarlo.
- "Quando sarà il momento, lo saprai." Mi aveva detto RI nella mia lingua.
<<Evvai!>> Esultò sarcastica la mia voce interiore. <<In questa storia assurda mancava l'ennesima frase senza senso!>>
- "E buon viaggio anche a te!" Aggiunse RI di rimando, esplodendo poi nella sua irritante risata fatta di campanelli.
<<Andiamo ti prego!>> Mi supplicò l'Io interiore. <<Se la sento ancora ridere, non rispondo più di me.>>
    
E così partii: erano passati pochi giorni dal mio arrivo, ma sembravano molti di più. Ero giunto al villaggio delle fate stanco e ferito, ripartivo curato e riposato e arricchito di un nuovo potere. L'uccello d'orato mi salutò, dal suo nuovo nido libero accanto al villaggio, intonando il suo canto magico...
   
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Mio fratello mi osserva: lo vedo in piedi, in fondo a quello che sembra un letto. Tutto è bianco, ha un colore asettico. Mi dice qualcosa, ma sono così stanco... chiudo di nuovo gli occhi...
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<<Ehi! Dove stai andando?>> Tornai in me, richiamato dal mio io interiore.
- "Devo essermi appisolato un attimo..." Risposi. "Ho fatto uno strano sogno."
<<Quel sogno può attendere ancora un po', non abbiamo finito qui.>>
- "Finito? Finito cosa?"
<<Il drago, la principessa, ricordi?>>
- "Sì, certo... ma perché?"
Nessuna risposta.
   
La torre era di fronte a me: l'ingresso a forma di bocca spalancata mi attendeva, impaziente di trasformarsi e incenerirmi.
- "Siamo pronti?" Chiesi.
<<Lo siamo!>>
Inspirai, chiusi gli occhi: il calore del fuoco si diffuse in me, attorno a me. Mi sentii sollevare, mi sentii avvolgere: quando udii distintamente un nitrito, aprii gli occhi. Stupefatto, osservai il cavallo nero pece che aveva preso forma sotto di me; indossava una bardatura rosso fuoco e scalpitava impaziente.
       
Il mio corpo era invece avvolto da una lucente cotta a maglie strette e protezioni di metallo. L'elmo che calzavo in capo, aveva la netta forma di una testa di leone, alla mia sinistra un grande scudo era saldamente legato al mio braccio. La lancia che tenevo in mano, faceva anche da asta ad uno stendardo... che conoscevo molto bene. Rosso e nero, con un leone rampante d'orato al centro. Lo stesso stemma era impresso sullo scudo.
    
- "A noi due!" Gridai, e il cavallo partì al galoppo.
      
Presi velocità, il rombo degli zoccoli sul terreno divenne assordante. La principessa si affacciò e gridò spaventata, il drago, disturbato nel suo sonno, prese forma e mi fronteggiò ruggendo furioso. Lo vidi alzarsi e inspirare, pronto a rovesciare su di me il suo fiato rovente.
   
Soffiò e le fiamme si diressero su di me e la mia cavalcatura: mi protessi con lo scudo, sentii pulsare lo spirito di fuoco in me e una barriera mi avvolse, deviando le fiamme che tentavano di bruciarmi. Puntai la lancia dritta alla bocca spalancata della bestia.
    
Le fiamme si interruppero bruscamente, quando la punta acuminata dell'arma colpì: il drago si inarcò furioso, rompendo l'asta della lancia, ma la punta gli rimase conficcata in gola. Si rotolò furioso, poi si drizzò di nuovo in piedi e si avventò su di me, con gli artigli affilati.
    
Lo scansai e istintivamente portai la mano alla cintura: le mie dita si strinsero su un elsa. Sfoderai la spada...
Arrivò una nuova zampata, che si abbatté come un maglio sul mio scudo: venni sbalzato dal mio cavallo, che si dissolse così come si era formato, rotolai e mi rialzai. Proprio in quell'istante, il drago girava su se stesso e scagliava su di me la sua coda irta di scaglie e aculei... Lasciai lo scudo, afferrai la spada con entrambe le mani e vibrai il colpo, praticamente alla cieca! L'urto mi si riverberò per tutte le braccia fino alla testa e uno schizzo caldo mi investì. Quando aprii gli occhi, mi trovai lordo di sangue: la coda del drago giaceva inerte a pochi passi da me, l'animale invece ruggiva impazzito dal dolore. La ferita alla gola e quella alla coda gli avevano ormai fatto perdere molto sangue... barcollava, i suoi movimenti si facevano sempre più stentati... Infine stramazzò al suolo.
     
Mi avvicinai... respirava affannosamente, mentre la luce dei suoi occhi si spegneva: avevo vinto sì, ma vedere quel nobile animale, morente per mia mano, mi riempì di tristezza. Sussultai, quando il drago mi parlò.
     
- "Sapevo che questo giorno sarebbe giunto..." disse.
Mi tolsi l'elmo e mi inginocchiai accanto a lui.
- "Sei stato un grande avversario." Gli dissi.
- "Ma tu... sei stato più grande di me. Il tuo viaggio quaggiù è concluso... hai abbattuto il tuo drago. Ti resta una sola cosa da fare..."
Detto ciò, si dissolse al vento: l'unica cosa che rimase, fu la chiave d'argento. La raccolsi e corsi alla porta della torre. La serratura cigolò, polvere e ruggine caddero dal meccanismo bloccato da chissà quanti anni e alla fine, stridendo, la pensate porta di ferro si aprì.
   
Da vicino, la principessa era ancora più bella di quanto pensassi: mi inginocchiai al suo cospetto.
- "In piedi, prode cavaliere." Mi disse, porgendomi la mano.
Mi tolsi l'elmo.
<<Baciala! Baciala! Insomma, il cavaliere salva la principessa e la bacia. E' scritto sul copione!>> Si mise a protestare la mia voce interna.
Lei sorrise e alzò un dito, come a rimproverarmi.
- "Ti sarò eternamente grata, per avermi salvata." Disse. "Ma la tua principessa, è in un altro castello..."
  
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La principessa è accanto a me, il suo vestito sembra un camice: ha un dito alzato e lo sventola davanti ai miei occhi.
- "Sì..." disse "...è sveglio." 
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La principessa aveva di nuovo il suo prezioso vestito, ma la torre era sparita.
- "Ora devi andare: ci sono altri draghi da abbattere e altre principesse da salvare."
- "Allora... questa avventura è proprio finita?" Chiesi.
- "E' solo la fine di un capitolo. Alla prossima pagina, ne comincerà un altro."
  
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- "Signor Voulaz... Manuel... mi sente?" 
La principessa improvvisamente aveva un viso da uomo, con occhiali e cartellina...
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- "E tu?" Chiesi alla mia voce interiore. "Non hai più niente da dire?"
<<Ora sai che esisto. Non ho più bisogno di parlare: sarò sempre con te, a ricordarti qual'è la tua strada.>>
- "Addio..." Dissi allora alla principessa, che era tornata la bellissima fanciulla di prima.
  
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- "Addio?" Mi rispose una voce divertita. "O no, Manuel, nessun addio: starai qui ancora per un bel po'." 
Mi voltai... la "principessa" in camice bianco mi guardava sorridente: di fianco a lei, il primario di neurologia scuoteva la testa un po' contrariato.
 
Mio fratello era in fondo al letto d'ospedale.
   
- "Mi sembra tutto a posto." Disse il dottore. "Torneremo più tardi per fare altri accertamenti."
Lei e la dottoressa se ne andarono.
    
- "Bentornato!" Mi disse mio fratello. "La prossima volta che ci fai prendere un simile spavento..."
Si asciugò veloce una lacrima.
- "Mi spiace..." Dissi.
- "Dai, ora l'importante è che stai bene. Starai qui qualche giorno, ok?"
- "Ok..."
- "Cosa ti posso portare? Vuoi da leggere?"
Avrei risposto sì senza esitare, invece dissi...
- "No... no. Portami un blocco e un paio di penne. C'è qualcosa... qualcosa che voglio scrivere..."
  
The End...?
   

4 commenti:

  1. And? Non credo :-)) Mi sa che c'è dell'altro.
    Un saluto

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  2. È un po' il paradosso della vita: ci accaniamo tanto contro qualcosa, lottiamo come furie, per poi dispiacersi appena ottenuto ciò che volevamo!
    Sicuramente lottare per qualcosa che sappiamo di voler ottenere ha il pregio di tenerci occupati, di giustificarci se non ci riusciamo, di sentirci stanchi lungo il cammino; il problema vero si pone quando varchiamo il traguardo e diciamo "e adesso?"...il fatto di non sapere quale sarà l'impresa successiva ci mette agitazione pur sapendo che ogni porta raggiunta ne apre un'altra!
    La paura dell'indefinito e dell'ignoto alla fine ci tiene vigili, purtroppo siamo noi ad arrancare specie se si è appena usciti da una furente battaglia, nonostante ne siamo usciti vincitori!
    Adhara

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  3. Grazie grazie
    Ho chiuso "velocemente", magari si capiva... Ho un progetto in mente e chissà se riuscirò a portarlo a termine.

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